Algoritmo e Intelligenza artificiale.

di

Mauro Calabrese

15.04.2024

3

minuti di lettura

Ogni giorno, nel linguaggio comune, sui social e sui mezzo di informazione, sentiamo sempre più spesso parlare di algoritmi, intelligenza artificiale, «AI». Ma siamo sicuri che tutti sappiano davvero di cosa parlano? Che differenza c’è tra un algoritmo e un software di intelligenza artificiale?

Sentenza Tar

È di pochi giorni fa la presentazione da parte della Commissione Europea della prima Proposta di Regolamento che stabilisce norme armonizzate sull’intelligenza artificiale, per promuovere lo sviluppo dell’AI, ma ancora troppo spesso si fa confusione nell’interpretare e comprendere il significato, prima ancora delle potenzialità, delle nuove tecnologie informatiche.

In Italia, a fare chiarezza nella confusione tecnologica, ci prova una sentenza del Tar Lombardia, chiamato a decidere su un bando di gara per la fornitura di una tecnologia di pacemaker e defibrillatori “intelligenti”, dotati di algoritmi e software di intelligenza artificiale per la prevenzione e il trattamento delle tachicardie.

Punteggio confuso

Nell’accogliere il ricorso di una delle aziende partecipanti, contro l’errato punteggio attribuito alle offerte da parte della Commissione Giudicatrice, la sentenza n. 843/2021 del Tribunale Amministrativo lombardo bacchetta l’Amministrazione per aver confuso il significato dei termini «algoritmo» e «Intelligenza Artificiale» ai fini dell’aggiudicazione del bando di gara, dichiarando vincitrice la società ricorrente.

Ricetta d’algoritmo

Per i giudici amministrativi, il termine algoritmo è, invece, molto chiaro, perché si tratta semplicemente di una sequenza finita di istruzioni, ben definite e non ambigue, tali da poter essere eseguite meccanicamente, così da generare un determinato risultato voluto, come risolvere un problema oppure eseguire un calcolo oppure, come nel caso sottoposto all’attenzione della Corte, trattare un’aritmia.

Come esempi per comprendere meglio la nozione di algoritmo, quale esecuzione automatica di una serie di passaggi predefiniti, si possono prendere l’algoritmo di Euclide, descritto come un procedimento algebrico per trovare il massimo comun divisore, come pure il procedimento di compressione di dati senza perdita, tipica dei file formato Gif, Png o Jpeg, ma anche come la ricetta per la preparazione di una piatto. Così definito il processo, non c’è distinzione se a cucinare il piatto, seguendo il percorso predefinito, sia un intelligenza artificiale oppure umana, una volta individuata l’esigenza da soddisfare.

Intelligenza Artificiale

Diversa è, invece, l’interpretazione e definizione del concetto di «AI», che per il Tar va ricondotta allo studio di “agenti intelligenti”, ovvero di sistemi che percepiscono ciò che li circonda e intraprendono azioni per massimizzare la probabilità di ottenere con successo gli obiettivi prefissati.

Così distinti i due concetti, prosegue la sentenza, diventa possibile comprendere che esistono anche algoritmi di intelligenza artificiale, vale a dire algoritmi, tecniche computazionali, soluzioni in grado di replicare il comportamento umano, come quelli che interagiscono con l’ambiente circostante o con le persone, che apprendono dall’esperienza, cd «machine learning», che elaborano il linguaggio naturale oppure che riconoscono volti e movimenti.

Algoritmo manuale

Sulla base della distinzione sui due concetti operata dai giudici, ai fini dell’aggiudicazione della gara sui pacemaker “intelligenti”, un algoritmo di trattamento non è che un insieme di stimoli, creati dal pacemaker, secondo istruzioni predefinite necessari al trattamento del singolo tipo di aritmia, senza necessariamente includere che il dispositivo sia in grado di riconoscere in automatico l’esigenza e somministrare, senza necessità dell’intervento di un operatore umano, la corretta terapia meccanica di trattamento.

Trattamento automatico

In definitiva, il funzionamento dell’apparecchio in base a un algoritmo non comporta che il trattamento sia avviato dal dispositivo stesso “in automatico”, essendo questa una caratteristica che richiede una componente ulteriore, vale a dire a un algoritmo di intelligenza artificiale, capace di effettuare la diagnosi dell’aritmia e di conseguenza avviare il necessario trattamento.


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